Siculomania: da Twitter alla realtà. 4° incontro a Palermo.

Ciao Nawal,

questo post è tutto per te. Per te che non finisci mai di stupirmi per i paesaggi siculi, le frasi dai libri, le musiche siciliane che condividi su twitter. Per te che con il tuo amore per la Sicilia e la sua gente sei pure capace di prendere il primo aereo e macinare chilometri solo per respirare la salsedine e passeggiare immersa nella storia e nella cultura. Per te che abiti in Spagna e parli la lingua di Camilleri: eccoti le immagini e un breve racconto dell’incontro avvenuto il 30 maggio all’Addaura a casa di Marco, fondatore del pensiero siculomaniaco.

Ci sono visi conosciuti e volti nuovi: tutte persone in gamba che provano, con varie attività che spaziano dal turismo alla cucina, a valorizzare la Sicilia in ogni sua declinazione. Persone che provano a creare un pensiero comune, ma non omologante, teso alla valorizzazione di iniziative rivolte al territorio di appartenenza, che sia Palermo come Catania o San Angelo Muxaro.

Te le presento in questo collage di foto, certa che prima o poi le incontrerai dal vivo e non saranno degli sconosciuti ma visi sorridenti pronti ad accoglierti.

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La mattina è volata tra le presentazioni di coloro che hanno aderito. La pausa pranzo è servita a rafforzare l’empatia creata dall’idea comune: non abbandonare l’isola per cercare fortuna altrove, ma trovare le forze per migliorarsi affrontando le difficoltà assieme e condividendo le gioie.

A me questo spirito piace. Sarò visionaria, folle e magari anche svalvolata: ma l’idea di fare rete è l’unico modo che trovo per affrontare i problemi. L’individualismo non ha mai portato da nessuna parte. La pensi come me, vero? Per quel poco che abbiamo parlato sono sicura di essere sulla tua stessa lunghezza d’onda.

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siculomania

Ecco. Non sono potuta rimanere per tutta la serata, dopo che me ne sono andata io hanno continuato a presentarsi altre persone con altrettante interessanti storie. La prossima volta saremo assieme e un racconto a quattro mani sarà di sicuro migliore di questo!

Ci sei mancata!

In questa foto voglio vedere anche te nel futuro! con mucho calor,

raffaella

siculomania

La forza della rete

Essere online mi ha dato e continua a darmi grandi soddisfazioni: sono nate delle collaborazioni umanamente interessanti, ho conosciuto personalmente un gruppo nato su Twitter e ho avuto il piacere di poter stringere la mano a una conterranea conosciuta su un gruppo facebook, Roberta, davvero in gamba e pronta a mettersi in gioco con un progetto frutto di anni di studio e di tanta passione.

Roberta mi ha fatto conoscere un gioco, nominandomi per i Liebster Awarduna catena di Sant’Antonio con un preciso scopo: far conoscere blog emergenti al popolo della rete. Una sorta di Follow Friday, #FF, che spopola su facebook. Scrivi un post, spieghi le regole, rispondi alle domande e nomini altri blogger. In effetti ho dato un’occhiata ai blog nominati da Roberta, trovando alcuni davvero interessanti (altri già li conoscevo… si sa, internet è come la piazza di un piccolo paese!!). Grazie Roberta per aver pensato anche al mio piccolo spazio in questo mare virtuale.

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Quando si riceve la nomina devi:

  • ringraziare il blog che ti ha nominato
  • rispondere a 10 domande
  • nominare altri 10 blog con meno di 200 followers
  • comunicare la nomina ai 10 blog scelti.

Le mi risposte le potete leggere di seguito:

1) Perché hai aperto un blog?

Avevo bisogno di raccontare il mio punto di vista su Palermo, la sua storia e i suoi monumenti, di come la vivo quotidianamente e di come riesce a stupirmi nonostante le difficoltà della vita di ogni giorno.

2) Ci parli un po’ delle tue passioni?

Are-Ere-Ire: suonare, leggere, dormire!!

3) Di cosa parli nel tuo blog?

Ho parzialmente risposto nella n°1. Aggiungo anche che mi piace raccontare dei rapporti che si creano con le persone che passano dal b&b!

4) Hai creato un rapporto d’amicizia con altri blogger? Vi siete mai conosciuti personalmente?

Ho conosciuto personalmente alcuni blogger. Non posso dire di aver creato un rapporto di amicizia in senso stretto, ma di stima reciproca sicuramente si!

5) Come immagini il tuo blog tra due anni? Vorresti vederlo crescere/cambiare e in che modo?

Sempre vivo e vegeto. Magari con qualche follower in più!

6) La cosa che sai fare meglio?

Scrivere planning su planning (da cosa fare da mangiare alle pulizie di casa alla scrittura sul web) che non rispetto mai…

7) Quanto tempo dedichi ai tuoi post?

Troppo. A volte li scrivo di getto come questo, altre volte prendo appunti anche per una settimana e poi mi ci vogliono dalle due alle cinque ore per scrivere, rileggere e riadattare (soprattutto quelli riguardanti certi monumenti di Palermo. La ricerca della fonte mi occupa la maggior parte del tempo).

8) Come nascono i tuoi post?

Nascono dal desiderio di far conoscere meglio la città. Perciò spesso e volentieri nascono da un’esperienza diretta: visito il monumento e ne parlo; giro per la città scoprendo un angolo remoto o sorprendendomi davanti a un paniere calato dall’alto e ne parlo; mi fermano per strada per chiedermi un’indicazione e alla fine li accompagno parlando ininterrottamente. Ecco come nascono i post!!

9) Un saluto a chi legge.

Grazie di essere arrivati fin qua… è stata dura e meritate un premio: la mia selezione di 10 blog interessanti e stimolanti per la vostra creatività!! Questi blog non hanno bisogno di presentazioni, sono superfortissimi, li ho scelti solo perché sono i luoghi che visito spesso durante il mio vagare tra i social:

1) La Bussola e il Diario

2) Le idee della Vale

3) Le idee nel barattolo

4) Agave

5) Rosa e Turchese

6) The orange deer

7) Bimbi e viaggi

8) Vivere a piedi nudi

9) A day with V

10) Le pecionate

 

Nuovo repertorio dei pazzi

Il libro me lo regalò un’amica, di origini sarde, che alcuni anni prima si era trasferita a Palermo. Mi disse più o meno così: “Ecco. Questo è quello che ti aspetta scegliendo di vivere qua: ne incontrerai tanti e potresti pure avere un posto nel repertorio”. Si! Perché Palermo ti rende così. Pazza. Di gioia, di malessere, di tormenti, di felicità… decidete voi. La pazzia, d’altronde l’ha detto pure il buon Erasmo, è tutto e il contrario di tutto!

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Roberto Alajmo, giornalista e scrittore palermitano, aveva già compilato la prima stesura del repertorio nel 1994. Dieci anni dopo è uscito il nuovo repertorio, aggiornato e ampliato grazie anche all’aiuto e alla pazienza di coloro che gli hanno raccontato le storie: Letizia Battaglia, Goffredo Fofi, Riccardo Agnello, Marco Carapezza, Luca Orlando, Vito Curione, Geraldina Piazza, Vittorio Umiltà e Renata Zanca.

Il libro raccoglie degli aneddoti, (veri al limite della fantasia… ma solo per chi a Palermo non c’è mai stato!) che iniziano tutti più o meno così: “Uno/una era” oppure “Uno/una si chiamava”. E viene raccontata, brevemente, uno stralcio di piccola follia distribuita senza colpo ferire tra nobiltà e poveri cittadini, in qualsiasi ora del giorno e della notte. Baroni, medici, avvocati ma anche poveri cittadini palermitani o dei paeselli limitrofi, diventati lor malgrado famosi.

“Uno passeggiava dalle parti del centro storico. Diventava sempre più nervoso, sempre più nervoso. Fino a quando non ce la faceva più: Bisogna conoscere il mondo come lo conosco io!. E riprendeva a passeggiare tranquillo.”

“Uno era il barone Di Stefano, che da quando era giovane visse recluso all’hotel delle Palme per ordine di Cosa Nostra – dicevano. Dicevano, precisamente, che avesse fatto un grave sgarbo a un capomafia e che solo in via del tutto eccezionale, dopo un chiarimento, gli fosse stata risparmiata la vita con sentenza commutata all’ergastolo. Il barone Di Stefano scelse allora di trascorrere il resto della sua vita nell’albergo più lussuoso della città senza uscire mai più, nemmeno per la minima passeggiata. Dopo diverso tempo il capomafia morì e la sua cosca si dissolse, per cui la sentenza forse poteva considerarsi decaduta. Ma il barone non lo seppe e negli ultimi anni neanche avrebbe saputo più a chi domandare notizie, e quindi visse per sempre chiuso all’Hotel Delle Palme. Negli ultimi anni si ammalò e nemmeno usciva più dalla sua camera. Secondo un’altra versione, non era vero niente. Anzi: era una leggenda inventata da lui stesso per non accettare gli inviti degli amici e starsene in santa pace nel suo albergo preferito. Tanto che talvolta andava pure a Bayreuth per ascoltare le opere di Wagner.”

Il libro mi ha divertito: talvolta mi pareva perfino di riconoscere i personaggi descritti ma vissuti tempo addietro. Come se la stessa pazzia rimbalzasse da una generazione all’altra!

Vi ho convinto? Lo leggerete?

Cosa vedere a Palermo con i bimbi: Museo di Zoologia Doderlein

Lo scorso sabato sono stata al museo di Zoologia insieme a mio figlio, appassionato di animali ma anche di statue, pianeti, quadri, conchiglie raccolte in spiaggia e figurine di Oggy e i maledetti scarafaggi… Si trova nei locali dell’Università e l’intera collezione si trova in un enorme stanzone con alcuni diorami che riproducono gli ambienti degli animali e delle teche lungo i muri. Quella mattina eravamo gli unici visitatori e un santo subito ragazzo ci ha accompagnato a conoscere l’intera collezione, rispondendo alle domande più strambe poste da mio figlio. Un’ora trascorsa in piacevole compagnia di quello che è il luogo di ricerca zoologia e di diffusione della cultura scientifica il cui nucleo risale alla seconda metà del XIX secolo (diretto da Pietro Doderlein). Grazie al mantenimento delle strutture e degli arredi all’interno del museo si respira ancora oggi l’atmosfera di interesse per il mondo animale che caratterizzò i ricercatori e gli studiosi della seconda metà dell’ottocento.Basti ricordare le relazioni sui grandi viaggi di esplorazione cartografico-naturalistica e la pubblicazione dell’opera di Darwin sull’origine delle specie. Ma ancora di più, potrete immaginare di trovarvi tra le barche della marineria palermitana dell’epoca dove Doderlein acquisiva esemplari di ittiofauna locale che poi venivano magistralmente trasformati in preparati a secco nel “Gabinetto di Zoologia ed Anatomia comparata”.

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Si! Sembra proprio di fare un salto nel passato. Ed è una visita consigliata a chi ha bambini.

Potette viaggiare nel tempo, osservando una collezione vasta e che spazia dai mammiferi fino agli insetti. Una visita guidata in compagnia dei ragazzi che gestiscono il museo è consigliata, però ci sono anche a disposizione delle audioguide che vi accompagnano nella scoperta del patrimonio conservato all’interno. Ma nessuna audioguida vi racconterà del leone Ciccio e vi mostrerà dove è conservato il suo  teschio.

Quando ci siamo confrontati con uno più alto di noi, qualcuno non era poi molto convinto. Punti di vista…

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Cosa vi troverete di fronte quando entrerete nel Museo? ecco una panoramica delle collezioni presenti.

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  • Pesci: sono conservati oltre 1200 esemplari del mondo sottomarino mediterraneo e siciliano precedente allo sfruttamento e al degrado attuale. sono presenti gli storioni pescati nel fiume Oreto
  • Rettili: la collezione comprende 500 esemplari conservati in alcool o in secco della maggior parte delle specie presenti in Sicilia
  • Mammiferi: ci sono 200 esemplari impagliati che provengono dalle diverse regioni europee, asiatiche, africane e americane. Sono presenti degli esemplari di lupo siciliano (un cucciolo e un adulto) estinto nel 1935.
  • Uccelli: dei 1700 esemplari presenti, 1000 appartengono alla collezione originaria di Doderlein. La collezione comprende decine di specie importanti per l’avifauna della Sicilia. Sono conservate le specie estinte della nostra isola: Grifone, Gufo reale, Gallina prataiola)
  • Invertebrati: sono conservati esemplari di Coleotteri, Lepidotteri e Ortotteri. Sono presenti anche circa 500 esemplari di invertebrati marini conservati in alcool o formalina.

 

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Dove si trova? Come raggiungerlo dal b&b?

Il Museo si trova in via Archirafi 16, traversa della nota via Lincon (zona stazione). Dal nostro b&b potete prendere o il 122 da Corso Finocchiaro Aprile o arrivare al Politeama dove potete prendere o il 101 o il 102. Scendere alla stazione centrale. Da lì a via Archirafi ci sono circa dieci minuti a piedi. Scendendo verso il mare, è una traversa sulla destra di via Lincon. Il museo è nella sede universitaria.

Orari di apertura?

Durante la settimana è aperto solo al mattino. Il sabato dalle 10 alle 17. Consultate sempre e comunque il sito del museo.

 

 

La nuova guida della Lonely su Palermo

Vi voglio parlare della nuova guida su Palermo della Lonely Planet uscita qualche mese fa, che ho subito comprato per una serie di motivi che vi spiegherò più sotto. Ho pure partecipato al #Palermobedda day. Andate a spulciarvi l’evento su twitter. Mi sono divertita un sacco!

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La guida offre il meglio di Palermo: un tascabile di facile uso, con foto e colori diversi per tenere sottomano le informazioni che ti aiutano a scoprire la città con dei pratici itinerari.

C’è pure una cartina estraibile con lo stradario, le indicazioni delle chiese e dei monumenti principali e la mappa dei trasporti (cartina che vale come una pepita d’oro del Klondike fino a quando non cambierà tutto con l’arrivo della metropolitana leggera). Poco più di 200 pagine dense di informazioni essenziali. C’è pure lo spazio per le tue note da scrivere di tuo pugno, ottima pensata!

Ho comprato la guida perché mi piace suggerire ai miei ospiti come vivere al meglio la città. E qui trovo tutto quello che mi può servire. Mancava una guida del genere perché:

  • È intima e colloquiale.

Chi l’ha scritta ha visitato Palermo più volte e poi sono state consultate persone del luogo che hanno dato il loro contributo per evidenziare i luoghi dove andare a mangiare, dove vivere la movida, dove comprare souvenirs e altro.

  • È alla portata di tutti.

Le informazioni date riguardano dove si trova il monumento, come raggiungerlo, orari di apertura e curiosità. Nessun tecnicismo. Ci sono altri tomi che descrivono nei dettagli i monumenti.

  • Non è noiosa.

C’è la parte dedicata allo shopping, ai pupi, alle curiosità, notizie utili su come programmare per tempo il viaggio e quale periodo dell’anno scegliere…

Insomma, ora non vi resta che decidere quando visitare Palermo, no?

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Quando si dice… cornutazzu!

 

 

Corna: argomento delicato in quel di Palermo e Sicilia intera. Hanno una pluralità di accezioni:

  1. nella pubblica piazza vengono usate (in sordina??) per apostrofare uno/a sposato/a
  2. nel gergo stradale serve all’automobilista per mandare a quel paese il vicino di auto
  3. nella quotidianità serve per indicare un tipo dal carattere tosto, uno dalle “corna dura”

Quest’ultima definizione mi è subito entrata in simpatia al punto tale che quando presento mio figlio non manco mai di sottolineare quanto sia cornutazzo, monellino all’ennesima potenza, con una lingua biforcuta che certe volte mi fa stare basita davanti a parole così forbite che mi si ritorcono contro. In questo modo si evidenza anche quanto di birbante ha preso dall’uno e dall’altra.

Ma da quando ho visto nella mia ombra due inquietanti presente rivolte all’nsù, nei lati della mia testa… beh, non sono poi tanto sicura che abbia preso 50-50. Qualche colpa in più mi sa che ce l’ho.

Che ne dite, le vedete anche voi le cornazza che mi spuntano o il sole comincia a darmi alla testa?

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Comitato Addiopizzo: vivere dentro Palermo.

“Ma a Palermo c’è ancora la mafia?”

Non mi piace la domanda. Ma ciò non significa che il problema non esiste. E così rispondo: “C’è. Ma non si vede“. E davanti a questo enigma si apre uno scenario variegato, con notizie, per fortuna, per lo più positive (tra arresti e denunce). Una di queste è Addiopizzo, sinonimo di radicale cambiamento delle coscienze.

Comitato Addiopizzo. Cos’è?

L’Associazione di volontariato Comitato Addiopizzo nasce spontaneamente dal basso nell’estate del 2004. Obiettivo: lotta contro il racket delle estorsioni mafiose. Uno dei principali strumenti realizzati dall’Associazione è la campagna di consumo critico Pago chi non paga, pratica collettiva che impegna i cittadini-consumatori a compiere i propri acquisti presso le imprese e gli esercizi commerciali che non si piegano ai fenomeni mafiosi. La campagna è la strategia dell’Associazione per diffondere un’economia di legalità. Coloro che acquistano in tutte quelle attività libere (sia coloro che hanno denunciato sia coloro che preventivamente si tutelano) dal fenomeno estorsiv0 fa sì che i propri soldi non finanzino la mafia.

“Con tale prassi si contribuisce a creare condizioni favorevoli perché sempre più commercianti e imprenditori decidano di denunciare i propri estorsori non si può infatti pretendere che chi esercita un’attività economica denunci se l’ambiente in cui si vive e opera è indifferente alla piaga dell’estorsione.”

Tutti possono aderire. Sono quasi 1000 le attività che a Palermo hanno sottoscritto il manifesto dell’Associazione, dopo aver compilato un modulo dove pubblicamente si afferma la propria intenzione di denunciare atti mafiosi.

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Anche noi, nonostante non avessimo mai ricevuto minacce, abbiamo aderito. Con ritardo. Colpa della mia ignoranza. Pensavo che l’Associazione fosse riservata solo ai commercianti, di solito quelli più tartassati, come lo sono tutti coloro che hanno un’attività con vetrina su strada. Invece è rivolta a tutti. Perché, per cambiare le coscienze, si deve partire dal basso: dai cittadini palermitani-siciliani. E quello che più conta è la forza della rete. Ecco cos’ha Addiopizzo: l’appartenenza a una rete dalle maglie anno dopo anno sempre pù strette ha confermato il valore deterrente dell’appartenenza al comitato. La scelta dei commercianti e degli imprenditori di aderire al circuito Pago chi non paga ha efficacia come deterrente. Questo è testimoniato anche dalle intercettazioni che risalgono al 2012

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Addiopizzo a scuola

L’Associazione punta molto sulle nuove generazioni: il cambiamento parte proprio dai ragazzi. E un punto di forza di Addiopizzo è l’intervento nelle scuole come azione necessaria per un cambiamento culturale, per sensibilizzare i ragazzi alla prassi del consumo critico e per incentivare il dialogo all’interno della famiglia sui temi della mafia. Nasce nel 2006 Addiopizzo Junior e Young e ora potete trovare le loro iniziative nel blog.

Addiopizzo travel

Nato nel 2009 da una costola del comitato, Addiopizzo travel si occupa di organizzare pacchetti turistici e viaggi d’istruzione che permettono al visitatore di conoscere la Sicilia in tutte le sue sfaccettature: dalle bellezze naturalistiche e artistiche alle idee e azioni che pongono in essere coloro che lottano quotidianamente contro la mafia. Di fatto è una declinazione della strategia del consumo critico applicata al settore del turismo. Si appoggia solo a fornitori iscritti a Addiopizzo. E chi decide di viaggiare con Addiopizzo travel ha la garanzia che neanche un soldo di ciò che spende per le sue vacanze sovvenzionerà in qualche modo le casse della mafia. Una scelta pizzo-free per chi vuole dare il suo contributo pur non vivendo in Sicilia, ma che è comunque consapevole che ogni settore è sotto scacco di questo fenomeno e che basta fare rete per evitare il diffondersi della malacarne.

Viaggia responsabile: scegli addirizzo travel.

La nostra esperienza

Mi ha parlato dell’Addiopizzo travel il mio collega Vincenzo del b&b La Dimora del Capo. Non credevo si potesse aderire. Invece sono stata piacevolmente smentita. Ho firmato il protocollo di adesione nella loro sede in via Lincon, bene confiscato alla mafia, dove venivano smerciate sigarette di contrabbando con un enorme salone blindato e annessa botola di fuga verso l’altra parte della strada. Quel giorno venivano fieramente ospitate due classi di ragazzi delle medie che ascoltavano attentamente una lezione di legalità. I giovani. Il nostro futuro.

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Il gelo di mandarino

Vi ho già raccontanto di come il biancomangiare mi abbia conquistato? Si, ne ho parlato. E ho pure raccontato come nasce, quali scrittori siciliani ne parlano, ma non ho detto come viene realizzato, e di come il dolce possa racchiudere l’essenza di un popolo: la semplicità della sua realizzazione è esponenziale al gusto corposo e sofisticato. Mi ha fatto scoprire il biancomangiare Evelin e da allora l’amore per il connubio “liquido+amido” non mi ha più abbandonato. E così sperimento. Ma non sempre mi riesce al primo tentativo. Per esempio quella volta che lo provai al caffè dimenticai di mettere lo zucchero, con un risultato ovvio: immangiabile. Ma questa volta, complici i mandarini MAMA, sono proprio orgogliosa di presentarvi il mio:

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Parte del risultato è stato fagocitato da mio nipote, un golosone in erba, che ha ribattezzato il gelo di mandarino con “mandarinomangiare”. Provate anche voi e fatemi sapere se vi piace

 

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Il borgo più bello dell’anno 2015: conosciamo meglio Montalbano Elicona

Montalbano Elicona è stato eletto, tra i venti finalisti, il borgo più bello dell’anno grazie al webvoting del noto programma televisivo Alle Falde del Kilimangiaro, in onda su Rai3. Il piccolo paese, con meno di 2500 abitanti, si trova in provincia di Messina e dista da Palermo circa 200 chilometri. Nel suo centro storico è presente un antico castello residenza estiva di Federico II d’Aragona, del XIII secolo. La sua bellissima posizione, sul versante destro della valle del torrente omonimo, lo rende un luogo affascinante. Si compone di due nuclei: uno antico, dall’irregolare tessuto medievale, serrato sulla cima rocciosa, intorno al castello; l’altro nella parte più bassa, con un impianto più regolare dato dalla modernizzazione successiva.

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L’anno scorso, invece, il titolo di Borgo più Bello dell’anno era toccato a Gangi.

Montalbano Elicona: origine del nome

La prima parte del nome è un composto di mons (monte) e albanus, da albus, bianco. In specifico, si riferisce all’antico nome del monte dove venne edificato il castello di Federico d’Aragona. Gli studiosi non sono concordi sulle origini del paese e del suo nome. Alcuni fanno risalire tale origine dai nomi latini mons albus con riferimento ai monti innevati, altri al nome arabo al bana, dal suggestivo significato di “luogo eccellente”. L’appellativo Elicona risale senz’altro alla colonizzazione greca. Durante il periodo della colonizzazione (VII-VIII secolo a.C.), i Dori, pensando al mitico monte delle Muse, chiamarono Helikon un sito, coincidente con l’altura su cui sorge il borgo medievale ed un torrente vicino il cui andamento tortuoso giustifica l’appellativo. (fonte)

Cosa fare e vedere

1) Castello

Per i cenni storici seguite il link. Il castello è stato edificato nella forma attuale tra il 1302 e il 1311 ed è l’unico esempio riconosciuto in Sicilia di palazzo residenziale trecentesco. L’apertura al pubblico del castello è prevista da Aprile a Ottobre, da Martedì alla Domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00. Negli altri mesi rimane aperto nei giorni prefestivi e festivi, ad esclusione dei giorni 25 Dicembre e I Gennaio.

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2) I Megaliti

C’è una zona, tra Argimosco, Elmo, Losi, Mattinata e Zilla, conosciuta come La Stonehenge di Sicilia, dove si ritrovano affioramenti di arenarie adatte alla costruzione di calendari astronomici per la determinazione dei solstizi e degli equinozi, con riferimenti mediante menhir. Queste rocce recano i segni di civiltà millenarie e in alcune di queste si riconoscono figure mitiche come l’Aquila, animale privilegiato che collega la terra al cielo e che indica la collocazione della Necropoli, costituita da dolmen con annessa camera funeraria e da una grande quantità di cubburi (manufatti in pietra con struttura a cupola semisferica). Di epoca successiva sono alcune tombe scavate nelle masse rocciose. Alta e imponente, scolpita sul profilo di una massa rocciosa, si staglia la figura della Dea Neolitica (l’Orante) posta in allineamento con la direzione ovest che ne esalta il profilo al tramonto del sole, ora della giornata adatta alla preghiera. Sulla sommità della roccia è scavata la vasca per la raccolta delle acque battesimali. Due menhir celebrano i riti della fecondità  e dominano la fonte intorno alla quale si celebravano gli incontri per la procreazione. Sono esaltati anche il culto del Sole, della Vita, della Morte e della Preghiera insieme con i riti propiziatori della pioggia e della fecondità della terra, degli animali e degli uomini.

Stonehange di Sicilia

 

3) Il bosco di Malabotta

La riserva naturale orientata, di circa 32 Kmq,  è un interessante itinerario naturalistico, inserita tra la fine dei monti Nebrodi e l’inizio dei monti Peloritani. La riserva è stata istituita nel 1997 e il suo patrimonio ecologico è notevole sia per l’integrità che per la diversità di flora e fauna di cui è caratterizzata. Nel sito del comune trovate le indicazioni per raggiungere il posto.

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4) Feste Aragonesi

Se passate in Sicilia in agosto non perdetevi questa manifestazione. Si rievoca l’ingresso del re Federico II d’Aragona a Montalbano. Secondo quanto riportato dagli archivi storici, il sovrano si recava saltuariamente e per brevi periodi a Montalbano, accompagnato dalla sua corte e dal suo consigliere e medico personale Arnaldo da Villanova. La rievocazione è quindi un modo per mantenere vivo il legame con la storia e con il territorio, festeggiando l’identità di una comunità intera e regalando al pubblico la possibilità di un tuffo nel passato. (fonte)

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Panoramica delle foto di Guido Giannone

 

(fonte del post)